A.A.A. LIBERTA' DI STAMPA CERCASI - Politica

A.A.A. LIBERTA' DI STAMPA CERCASI

A.A.A. LIBERTA’ DI STAMPA CERCASI

Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sul fatto che la cronaca locale de Il Mattino fiancheggi Mastella e la sua amministrazione, ebbene il dubbio è stato fugato.
Basta leggere, sulla edizione del 23 dicembre scorso, il titolo di apertura su cinque colonne, nella prima pagina della cronaca locale, per avere la conferma. Infatti, chi si ferma a leggere solo il titolo, e sono in molti, “MASTELLA VINCE IN PROVINCIA”, percepisce la convinzione di come il sindaco di Benevento abbia stravinto, soprattutto se legge il sommario, poco attendibile: “Cinque consiglieri al sindaco, 2 a Fi, 1 Fdi e i democrat scendono a 2 rappresentanti”.
Il titolo dell’articolo, poi, a pagina 27, è ancora più esaltante per il sindaco: “MASTELLIANI DA RECORD, SALE IL CENTRO DESTRA IL PD PERDE TERRENO”.
Vorremmo dire al Mattino: è vero che il Pd ha perduto un seggio, circostanza che viene confermata, con onestà intellettuale, da Giovanni Cacciano, segretario provinciale di tale partito, ma anche le due liste di Mastella, complessivamente, hanno perduto un seggio, scendendo da 5 a 4 seggi, circostanza che non viene riportata nell’articolo in questione.
Questo significa che Mastella, per governare la Provincia, attraverso Nino Lombardi, attuale presidente dell’Ente, ha bisogno del voto determinate di Alfonso Ciervo, rieletto nella lista “Essere democratici”, presentata da ex democrat, espulsi dal Pd, per aver, alle elezioni comunali del 3 e 4 ottobre 2021, presentato una lista collegata alla coalizione di Clemente Mastella, che ha vinto le elezioni avendo ottenuto 787 voti in più del 50%. Un voto, quello di Ciervo, del quale Mastella non aveva bisogno nella precedente consiliatura, perché, per avere la maggioranza, bastava che ai 5 consiglieri, eletti nelle sue liste, si aggiungesse il voto del presidente.
Non si può dire che Mastella sia stato rieletto sindaco grazie all’apporto degli espulsi del Pd, perché sarebbe bastato, per sconfiggere Mastella, che i Cinque Stelle avessero presentato la propria lista. Ma il disegno di Giuseppe Conte, che ha impedito la presentazione della lista pentastellata, era evidentemente quello di contribuire alla rielezione di Mastella.
Ma vediamo cosa ha dichiarato Giovanni Cacciano, nell’ammettere che il Pd ha perduto un seggio.
“Non riesco ad essere ottimista come Agostinelli (il segretario provinciale di Noi di Centro, l’ultimo partito di Mastella –ndr). In questa tornata amministrativa l’unico risultato straordinario lo ha colto, purtroppo, la lista unitaria di Destra-Centro che ha conquistato tre seggi ed incrementato la propria cifra elettorale di oltre 20mila voti ponderati. Tutti gli altri hanno perso in seggi ed in voti. Chi cinquemila, come il Pd, chi sedicimila come le liste di una formazione ( quella di Mastella –ndr) che continua a definirsi partito nazionale ma che appare ogni giorno di più smarrita, isolata, priva di orizzonte politico, ripiegata su se stessa, incapace di andare oltre una negoziazione di basso profilo. Personalmente auspico una nuova legge elettorale che restituisca alle Province l’antica dignità istituzionale, in asse con l’art. 114 della Costituzione, ed ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti in modo diretto. Se ciò avverrà, quella sarà l’occasione per confrontare Idee e Programmi, per proporre alleanze credibili, per realizzare finalmente l’Ente di Programmazione intermedio e non un ufficio di collocamento per ceto politico parassitario proteso al soddisfacimento del proprio credito alimentare”.
Questa dichiarazione, riportata in grassetto da Il Mattino, non può essere ricondotta alla responsabilità di alcun cronista, poiché il giornale deve fare pure informazione per evitare che il numero dei suoi lettori cali. Lo stesso discorso vale quando il giornale ha riportato la dichiarazione di Umberto Del Basso De Caro, in cui l’ex deputato del Pd ribadisce quanto affermato da Cacciano, nel dire che hanno perso tutti, meno la coalizione di Destra-Centro, spaziando poi il suo discorso sul modo come si sposta un certo elettorato che vota, per un tempo piuttosto considerevole, prima per Forza Italia, poi per i Cinque Stelle alle politiche del 2018, poi ancora per la Lega alle europee del 2009 e infine per Fratelli d’Italia alle politiche del 2022. Ma vale anche quando ha riportato la dichiarazione in cui il neo deputato azzurro Francesco Maria Rubano dice che la coalizione di centro destra ha triplicato la sua presenza alla Rocca dei Rettori, mentre le liste di Mastella hanno perduto un seggio, come ha perduto un seggio anche la lista del Pd.

Ma chi scrive non enfatizzerebbe più di tanto il successo della coalizione Destra-Centro, come la chiama Cacciano. Dal momento che si è trattato di una elezione di secondo grado, in cui hanno votato sindaci e consiglieri comunali, Forza Italia ha avuto il vantaggio di essersi annessi diversi consiglieri comunali, i quali hanno preferito indossare la casacca di un partito di governo, a parte il peso che ha esercitato il neo deputato azzurro, eletto alle politiche del 25 settembre 2022 con l’apporto determinante dei voti di Fratelli D’Italia, il partito che, invece, ha eletto un solo seggio, proprio perché tale partito è quasi assente nei consigli comunali. Se, però, avessero votato i cittadini, Forza Italia non avrebbe conseguito più di due seggi, mentre Fratelli d’ Italia, anche non conseguendo, come speriamo, il risultato delle politiche del 25 settembre, avrebbe avuto più seggi di Forza Italia, sloggiando così gli uomini di Mastella dalla Rocca dei Rettori.
Mastella, invece, alla luce del risultato elettorale, il 22 dicembre convoca ad horas una conferenza stampa nell’Hotel Il Mulino, per dire che le sue liste, conseguendo il 39%, hanno più che doppiato, in voti, la lista del Pd; hanno superato di 9 punti percentuali la lista del centro destra; hanno, insieme alla lista di Essere democratici, raggiunto il 49,54%, una percentuale che costituisce la metà del Consesso, senza però dire che le sue liste hanno avuto un consigliere in meno rispetto alla precedente competizione. Una mano, però, gliela dà Il Mattino, il quale, nel commentare la conferenza stampa, scrive: “…Clemente Mastella, dopo il risultato elettorale conseguito per il rinnovo del consiglio provinciale che restituisce a Noi di Centro cinque consiglieri…”.
Con il 49,54% conseguito da Noi di Centro e da Essere Democratici, Mastella dice di avere voti sufficienti per conseguire il seggio alla Regione. Ma non dice che il voto dei cittadini dà risultati diversi rispetto al voto ponderato. Infatti, il 28 luglio del 2022, l’attuale presidente della Provincia, con i 60.061 voti ponderati, triplicò, quasi, i 22.631 voti ottenuti dal suo concorrente, il democrat Antonio Calzone, sindaco di Reino. Nelle elezioni politiche di due mesi dopo, la signora Alessandrina Lonardo Mastella, senatrice uscente, candidata nel collegio maggioritario per la Camera - Provincia di Benevento-Alto Casertano – arrivò quarta, con il 14% dei voti, dirà Giovanni Cacciano nella conferenza stampa di fine anno tenuta dal Pd il 30 dicembre u.s.
Lo strano, però, è che Mastella abbia detto che Noi di Centro si sia imposto come prima forza, “a mani vuote”. Ma con la guida del Comune e della Provincia di Benevento, e con il controllo di tutti gli enti strumentali, scaturito dal potere da lui esercitato nei due maggiori enti locali, cosa voleva di più per conseguire 4 seggi, uno in meno della volta scorsa, considerato poi che chi ha la maggioranza al Comune di Benevento vince sempre, con il voto ponderato, le elezioni provinciali, poiché i voti dei consiglieri comunali del capoluogo sono molto pesanti? E tuttavia Mastella non ha vinto le elezioni, dal momento che, come è stato scritto in precedenza, il voto di Alfonso Ciervo è determinante.

Nella sua conferenza, Mastella ha detto anche che, se non si definiranno “alleanze su uno schema serio e leale”, lui si candiderà alla presidenza della Regione Campania. Le sue liste nelle cinque province potranno anche avere i centomila voti della volta scorsa. Ma se non beneficerà, come è certo, del premio di maggioranza, eleggerà un solo seggio, che potrebbe essere conquistato da lui, se si candiderà anche al consiglio regionale, come avvenne per la pentastellata Valeria Ciarambino, la volta scorsa, a meno che il seggio non sarà conquistato dal candidato di qualche altra provincia.
Il Mattino, nell’assecondare Mastella, ha dato però un’altra dimostrazione di come fiancheggi Mastella, quando, a commento della citata conferenza stampa del Pd, in cui è stata ufficializzata l’adesione a tale Partito di Gino Abbate, eletto, la volta scorsa, nella lista mastelliana Noi Campani.
Ebbene, il servizio del Mattino viene pubblicato, senza annuncio sulla prima pagina, domenica 31 dicembre, in fondo alla quinta pagina della cronaca locale. Viene da domandarsi: se il consigliere regionale dem, Mino Mortaruolo, avesse, per assurda ipotesi, aderito all’attuale partito di Mastella, quale risalto avrebbe dato la cronaca locale, e forse anche quella nazionale, del Mattino a tale notizia? In prima pagina avrebbe aperto un titolo su 6 colonne, come avvenne quando Il Mattino diede la notizia dell’incontro del sindaco di Benevento con Matteo Renzi per realizzare, in funzione delle elezioni europee che hanno uno sbarramento del 4%, il grande centro.
Basti pensare al risalto che il giornale ha dato al passaggio nell’entourage di Mastella del consigliere comunale di Telese Terme, Pasquale Carofano, già sindaco dem di Telese Terme, in contrasto con la federazione provinciale del Pd da diversi anni, e al passaggio, recente, di Domenico Vessichelli, sindaco di Paduli, virtualmente già mastelliano, perché in contrasto, pure lui, con la Federazione. Come premio, a Vessichelli è stata assegnata la carica di presidente provinciale di Noi di Centro. E, dall’alto di questa carica, si è cimentato pure lui nel parlare di un “fallimento conclamato del Pd”. Ma, alla fine del suo dire, ha affermato: “Mastella è nella storia d’Italia (infatti, alle politiche del 2022, ha conseguito un primato, quello che il suo partito, Noi di Centro, presente con sue liste in una diecina di regioni, non ha conquistato alcun seggio –ndr) e il progetto di unificazione dell’area moderata è una prospettiva nazionale in cui la nostra forza territoriale, leader nel Sannio contro tutti, è protagonista e lo sarà alle prossime elezioni regionali”.
Un libertario come chi scrive non può avere limitazioni nell’esprimere il suo pensiero. Su “Benevento, la libera voce del Sannio”, cui ha collaborato dal 2005 fin allo scorso mese di novembre, non ha avuto alcuna limitazione finché il giornale, pubblicato prima su carta stampata e poi online, è stato diretto dal compianto Achille Biele, suo fondatore, deceduto nel mese di marzo del 2023. Chi ne ha assunto la guida, ma non la direzione formale, una persona molto legata al compianto Achille, ha cominciato a porre, nell’ultimo periodo, delle limitazioni alla libertà d’espressione di chi scrive, limitazioni che Achille, benché “hitleriano”, non ha mai posto in essere, perché molto democratico e rispettoso delle idee altrui.
Ebbene, chi ha assunto la guida del giornale, prima che Mons. Pasquale Maria Mainolfi ne assumesse la direzione responsabile, ha cominciato a porre limitazioni, nei confronti di chi scrive, con messaggi su WhatsApp, che non possono essere pubblicati integralmente, per non violare la privacy dell’interlocutore di chi scrive, il che sembra piuttosto strano, dal momento che i messaggi, custoditi dalla polizia postale, sono documentabili, come sono documentabili i fatti che, sottratti all’omertà dei complici silenzi, vanno denunciati sempre alla opinione pubblica, quello che ha sempre fatto chi scrive nella sua cinquantennale attività giornalistica. Diverso è il discorso sulle conversazioni telefoniche, che pure ci sono state tra chi scrive e il suo interlocutore, in quanto le conversazioni telefoniche non sono documentabili, a meno che non siano intercettate dalla autorità giudiziaria.
Chi scrive può dire di essere stato invitato, per usare un eufemismo, a limitarsi alla cronaca e di non sparlare più di Mastella. Ma siccome lo scambio di messaggi è poi proseguito, il predetto interlocutore ha detto che non sarebbero più stati pubblicati articoli di chi scrive. Questo almeno si può dire per spiegare la ragione per cui chi scrive ha dovuto creare un suo giornale online, per avere la libertà di non subire limitazioni. Lev Tolstoj diceva, infatti, che la libertà è come l’erba: anche se viene calpestata, ricresce più rigogliosa.
Il giornale creato da chi scrive si chiama “La scintilla news”. I tempi per accreditare il sito sulla piattaforma di Aruba sono anche la causa del ritardo con cui viene pubblicato questo articolo.
Aveva ragione il Procuratore della Repubblica quando, in un incontro tenuto presso Futuridea qualche anno fa, disse che a Benevento c’è una stampa istituzionale, nel senso che è al servizio delle istituzioni. Non c’è, insomma, una stampa libera, una stampa che fa inchieste, che va controcorrente. Pare che il Procuratore della Repubblica abbia ribadito il suo pensiero anche nel corso dell’incontro “Il pacco alla camorra”, organizzato l’11 dicembre scorso da Michele Martino, referente di Libera, l’associazione di don Ciotti.

Giuseppe Di Gioia.

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